La letteratura ha sempre avuto un forte legame con la vita di tutti i giorni. Per questo, le abitudini alimentari entravano spesso a far parte delle opere letterarie, ritraendo non solo lo stile di vita in determinati ambienti ed epoche, ma anche i gusti e le novità di una società in continua evoluzione.
In particolare, molti scrittori e letterati italiani hanno parlato di formaggi nelle loro opere, tramandando memorie legate ai sapori del territorio ed ai ricordi dell’infanzia attraverso i propri romanzi e poesie, ma anche in componimenti privati o lettere.
D’Annunzio, Calvino, Ada Merini, Leopardi… ognuno di loro aveva un formaggio prediletto per cui riservava dolci (e golose) parole.
In questa lettera, ad esempio, Leopardi si rivolge al padre dicendo:
“ (…) Il dono che ella mi manda mi sarà carissimo, e mi servirà per farmi onore con questi miei amici, presso i quali trovo che l’olio e i fichi della Marca sono già famosi, come anche i nostri formaggi che qui stimano più del parmigiano, il quale non ardisce di comparire in una tavola signorile: bensì vi comparisce una forma di formaggio della Marca, quando se ne può avere, ed è cosa rara”
(Bologna, 8 febbraio 1826).
Grazie a queste testimonianze, possiamo rintracciare nella produzione letteraria il forte rapporto che lega il popolo italiano con questo prodotto.
27 Aprile 2022